di SARA STRIPPOLI
C’è un mal di schiena che non passa né con la terapia farmacologica, né con la fisioterapia e neppure con le infiltrazioni antalgiche. Se le diagnosi rivelano che quella lombalgia – ne soffre praticamente il 98% delle popolazione in qualche periodo della vita – ha come origine una stenosi lombare o una instabilità vertebrale, allora un intervento mini-invasivo di “fusione lombare” consente di liberarsi da un dolore destinato a diventare cronico e a compromettere la qualità della vita. I vantaggi sono evidenti: un taglio di 4-5 centimetri contro i 20-25 di un normale intervento, ma soprattutto un recupero molto più veloce: dopo due giorni il paziente è a casa.
Fonte: torino.repubblica.it